Decreto mezzogiorno - la Camera vota la fiduciaDecreto Mezzogiorno - la Camera vota la fiducia

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro ha annunciato oggi, 31 luglio 2017, che il governo Gentiloni ha posto la fiducia sul Decreto Mezzogiorno. La Camera voterà  la fiducia domani, martedì, 1 agosto 2017, alle 15.

Il decreto mezzogiorno prende atto, nella sua parte introduttiva, che c’è una “straordinaria necessità ed urgenza di intensificare gli interventi volti a favorire il superamento del divario economico e sociale delle regioni del Mezzogiorno rispetto alle altre aree del Paese”. Secondo il Governo, c’è una “straordinaria necessità ed urgenza di introdurre nuovi strumenti volti a sostenere la crescita economica ed occupazionale delle regioni del Mezzogiorno”.  E, pertanto, per il Mezzogiorno è necessario “l’individuazione di misure incentivanti per i giovani imprenditori, nonché nuovi strumenti di semplificazione volti a velocizzare i procedimenti amministrativi funzionali a favorire la crescita economica”.

Decreto Mezzogiorno: Ammissione disuguaglianza territoriale
Il decreto parte bene ammettendo la disuguaglianza territoriale
Il governo individua, in particolare, quattro aree di intervento straordinario per il Mezzogiorno:

1. “Resto al Sud” – Giovani e nuove imprese

Il decreto prevede l’introduzione di nuovi strumenti incentivanti per i giovani imprenditori e per il sostegno alla nascita e alla crescita di imprese.  Il programma denominato “Resto al Sud” prevede un incentivo all’apertura di nuove aziende nei comparti dell’agricoltura, dell’artigianato, dell’industria, della pesca e dell’acquacoltura, o anche nei servizi (ad esempio turismo). Ai giovani di 18-35 anni si offre una dotazione di 50.000 euro, di cui il 35% a fondo perduto.

Il decreto prevede inoltre, in via sperimentale, la “Banca delle terre abbandonate o incolte e misure per la valorizzazione dei beni non utilizzati”. E’ una formula per la concessione ai giovani, per nove anni rinnovabili una volta, di terre incolte e immobili abbandonati di proprietà pubblica per progetti di riuso.

2. Zone Economiche Speciali (ZES)

Il decreto prevede la creazione di Zone Economiche Speciali, che potranno essere attivate su richiesta delle regioni meridionali interessate.  Le regioni dovranno presentare un adeguato progetto di sviluppo, partecipando pienamente nel loro processo di istituzione e nella loro gestione.  Ogni ZES dovrà comprendere almeno un’area portuale al cui interno saranno praticate condizioni agevolate per le aziende.

3. Processi amministrativi

Il decreto prevede una semplificazione e velocizzazione di alcuni procedimenti amministrativi, con particolare riguardo alla realizzazione di investimenti e all’operatività degli enti territoriali.

4. Formazione, occupazione e disagio sociale

Il decreto prevede il finanziamento di programmi per la riqualificazione e la ricollocazione di lavoratori coinvolti in situazioni di crisi aziendale o settoriale ed espulsi dai processi produttivi nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Il decreto prevede anche interventi urgenti per il contrasto della povertà educativa minorile e della dispersione scolastica nel Mezzogiorno.

Decreto mEZZOGIORNO: Il punto di vista dei Meridionalisti Democratici

Il decreto parte bene nel riconoscere che esiste la disuguaglianza territoriale ed il Sud è la vittima. Concordiamo con Alessandro Cannavale che nota nel decreto “un’adeguata riflessione sugli errori delle politiche di spesa (meglio dire di disinvestimento) al Sud e le ricadute sull’economia nazionale.

Non siamo convinti, tuttavia, che il decreto possa servire per superare l’enorme “divario economico e sociale” fra il Sud e il resto del Paese.  Secondo il prof. meridionalista Giancarlo Viesti: “Il decreto, sin dalla sua prima formulazione, è stato concepito come un contenitore di norme piuttosto disparate, certamente influenzato anche dalle prossime scadenze elettorali, che rendono non agevole un giudizio d’insieme.”

Insomma, c’è troppo nel decreto e non si capisce bene come potrà essere attuato nel suo insieme.  Anche il deputato calabrese Roberto Occhiuto (Forza Italia) è critico. Il decreto “è un provvedimento che contiene soltanto slogan, inutili spot, niente di strutturale o di realmente decisivo per il sud.”  Il decreto, secondo Occhiuto, “non stanzia neanche un euro di risorse aggiuntive, perché tutto è finanziato con le somme già disponibili per il Mezzogiorno”.

Invitiamo i cittadini del sud a vigilare sull’attuazione del decreto

I Meridionalisti Democratici invitano i militanti e i cittadini tutti a studiare il testo e ad incalzare gli amministratori locali affinché le parti migliori del decreto possano essere attuate.  Se, invece, il decreto si dimostrasse vuoto o non ci fosse alcuna intenzione di attuarlo, allora prepariamoci alla denuncia. Documentiamo tutto per far pagare ai partiti di governo e a quelli della falsa opposizione un carissimo conto alle prossime elezioni politiche e amministrative.

Documentazione:
Il decreto legge 20 giugno 2017, n. 91  “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno.”