Rilanciamo alcuni articoli e commenti che analizzano il contratto di governo fra i grillini e la lega nord e in particolare l’assenza del Sud.

Mezzogiorno: amnesia pericolosa

di Gianfranco Viesti (Il Mattino online del 18 maggio 2018)

Letta da Sud, desta enormi preoccupazioni la bozza del “Contratto per il governo del cambiamento” predisposta da Lega e 5 Stelle. Esse nascono dall’assenza, nelle 39 pagine del testo, di qualsiasi riferimento ai problemi delle disparità territoriali italiane; dall’assenza di qualsiasi indicazione di politiche per lo sviluppo delle imprese private e la ripresa degli investimenti pubblici nel Mezzogiorno; dalla pericolosissima combinazione fra la flat tax – che determinerà un calo del gettito fiscale nazionale che viene stimato in circa 50 miliardi – e la forte spinta verso l’autonomia delle regioni più forti. Si dice: ma per il Sud c’è il reddito di cittadinanza.

Si tratta di uno strumento, se ben disegnato, che favorisce l’inclusione sociale e può aiutare le famiglie più deboli in tutto il paese e, molto, nel Mezzogiorno. Ma se non ci si pone nemmeno il tema dello sviluppo, il reddito di cittadinanza diviene una misura meramente compensativa. Una preoccupazione caritatevole, assistenziale, per chi non ce la fa e non ce la farà. Un strumento di acquisizione e mantenimento del consenso.

Il dettaglio

Vediamo più dettagliatamente. Come già detto il problema Sud, per Lega e 5 Stelle, non esiste. Non solo nessuno dei 29 capitoli è dedicato agli squilibri regionali, ma, cosa ancora più importante, in nessuno di essi si fa riferimento alle complesse questioni di indirizzo territoriale delle politiche settoriali. Per quanto riguarda le imprese, il punto 4 tocca l’Ilva. È stato letto da tutti come un preannuncio di chiusura: anche se non dice questo esplicitamente, lo fa temere.

Al punto 23 si parla della Banca per gli Investimenti: una proposta interessante, di cui discutere: ad essa sono attribuiti una miriade di obiettivi, ma non quello del riequilibrio territoriale. Nulla sullo sviluppo di imprese e distretti, sull’attrazione di investimenti, sulla diffusione dell’innovazione, sulla capitalizzazione delle imprese al Sud: misure indispensabili in un quadro in cui le rilevanti risorse del programma Impresa 4.0 del governo uscente sono state intercettate quasi esclusivamente dal più forte tessuto imprenditoriale del Nord.

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Il contratto di governo dimentica la parola «Mezzogiorno»

di Giuseppe Chiellino (Il Sole 24 Ore online del 18 maggio 2018

Nell’ultima bozza del contratto di governo tra la Lega e il Movimento 5 Stelle non compare mai la parola “Mezzogiorno”. C’è due volte la parola Sud, ma una volta è nel paragrafo dedicato alla politica estera ed è riferita alla sponda Sud del Mediterraneo e un’altra in un capoverso dedicato all’Ilva, in cui si parla di promozione «dello sviluppo industriale del Sud attraverso un programma di riconversione basato sulla chiusura delle fonti inquinanti…».

A giudicare dai testi finora pubblicati, l’interesse di Lega e M5S per il Mezzogiorno nel “contratto” si ferma qui.

Uno dei primi ad accorgersene è stato il ministro uscente per la Coesione territorialeClaudio De Vincenti, che lo ha sottolineato in una intervista. E dire che il 4 marzo scorso i 5 Stelle proprio nelle regioni del Mezzogiorno hanno fatto il pieno di voti. Senza dimenticare che il leader della Lega, il senatore Matteo Salvini, è stato eletto in Calabria, grazie agli elettori del collegio di Vibo Valentia.

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Federico Pizzarotti sul populismo e i conti

contratto di governo - i conti non tornano

Si può votare o non votare per un partito politico, populista o meno. Ma sui numeri e sulle coperture non può esserci tifo che tenga: o ci sono o non ci sono, a meno che dai no vax non si passi ora anche dai no “maths”.

Per attuare la politica del populismo servono coperture per oltre 100 miliardi di euro. Il populismo è un minestrone di idee senza ideali: è una massa senza forma.

Commento di Federico Pizzarotti, Sindaco di Parma, su Facebook il 18 maggio 2018

 

Il testo del contratto di governo fra Lega Nord e grillini

Di Meridem